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Catania, sviluppare materiali innovativi, come geopolimeri e prodotti nano-strutturati, per un futuro più sostenibile.

Numerosi ricercatori di atenei e enti di ricerca, ma anche rappresentanti di imprese del settore edilizio e del restauro al congresso nazionale sulle nuove frontiere dei materiali innovativi e green nel restauro e nella edilizia

Sviluppare i materiali innovativi quali i geopolimeri e i prodotti nano-strutturati per un futuro più sostenibile.

È l’indicazione emersa a conclusione delle due giornate del Congresso nazionale italiano sui Geopolimeri dal titolo “Le nuove frontiere dei materiali innovativi e green nel restauro e nell’edilizia” organizzato dal Dipartimento di Scienze Biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania con il Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia e l’Ordine regionale dei Geologi di Sicilia, in collaborazione con il gruppo di lavoro sui Geopolimeri della Società Ceramica Italiana.

La comunità scientifica, proveniente da tutta Italia (anche in streaming), che ha preso parte alle giornate di studio e divulgazione, ha rappresentato diversi settori di interesse – geologi, biologi, chimici, ingegneri, fisici, economisti, giuristi, operatori del settore e restauratori – impegnati a collaborare e a scambiarsi esperienze nell’ottica comune di potenziare e sviluppare materiali innovativi come i geopolimeri e i prodotti nanostrutturati. Materiali che possono garantire un futuro più sostenibile.

Proprio il restauro dei beni culturali, edilizia e sostenibilità ambientale, ma anche l’abbattimento dell’emissione di anidride carbonica e il riutilizzo di ceneri vulcaniche e di scarti industriali per la produzione a temperatura ambiente di materiali innovativi erano i temi al centro del congresso che ha registrato la presenza di numerosi studenti e ricercatori, rappresentanti di imprese del settore edilizio e del restauro.

Ad aprire i lavori, nell’aula magna del Palazzo centrale dell’ateneo catanese, il rettore Francesco Priolo e diversi rappresentanti delle istituzioni locali che hanno messo in luce l’importanza di queste ricerche per il territorio e la strategica collaborazione tra imprese e università.

Nel corso delle due giornate (la seconda giornata si è svolta nell’aula magna del Palazzo delle Scienze) sono intervenuti anche il rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea e la prorettrice dell’Università di Palermo Stefana Milioto insieme con i responsabili scientifici dei diversi dipartimenti di numerosi atenei coinvolti nel progetto PNR “Advanced Green Materials for Cultural Heritage – AGMforCuHe”.

Proprio il progetto – finanziato nell’ambito dei beni culturali di cui è capofila l’ateneo catanese – ha avuto importanti ricadute in ambito scientifico, nel trasferimento delle conoscenze e competenze tra università e imprese e negli sbocchi occupazionali.

Particolarmente interessante la visita al cantiere pilota istituito all’Odèon di Catania, grazie alla collaborazione con il Parco Archeologico di Catania, che ha permesso di comprendere le reali potenzialità di questi materiali già posti in opera. Risultati tangibili che certamente contribuiscono a rendere attrattiva l’Università di Catania anche per i giovani provenienti dalle regioni settentrionali.

Sono intervenuti, inoltre, durante i lavori del congresso le docenti Stefana Milioto dell’Università di Palermo, Maria Rosaria Tinè dell’Università di Pisa, Cristina Leonelli e Isabella Lancellotti dell’Università di Modena e Reggio Emilia insieme con il prof. Carlo Alberto Garzonio dell’Università di Firenze. E ancora i docenti dell’ateneo catanese Germana Barone e Paolo Mazzoleni, rispettivamente coordinatrice e responsabile scientifico del progetto “AGMforCuHe”, che hanno sottolineato l’importanza dei temi al centro delle due giornate del congresso e dei risultati ottenuti oltre alla rilevanza scientifica delle ricerche presentate anche nell’ottica dei fondi del PNRR.

A conclusione del congresso sono stati assegnati 18 premi da parte della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia – SIMP, della Associazione Italiana di Cristallografia – AIC e della Società Ceramica Italiana – IcerS.


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