Un assegno di 12 mila euro non andato a buon fine e una spasmodica concorrenza "sleale" finalizzata a sottrarre i migliori clienti, acquirenti di grosse partite di polli. E soprattutto un logorio fatto di continui litigi che si sono protratti per un paio di mesi, esattamente da novembre dell'anno scorso quando Francesco Ilardi aveva deciso di percorrere la strada opposta
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