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Catania, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale: questa sera incontro alla Ssc

Sono i 16 elementi italiani finora iscritti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco, sui 677 individuati in 140 Paesi del mondo

L’Opera dei Pupi Siciliani, il canto a tenore sardo, l’arte dei liutai di Cremona e dei pizzaioli napoletani, la dieta mediterranea, la festa delle Grandi Macchine a Spalla, a Nola, Sassari, Palmi e Viterbo, la falconeria, la vite ad alberello di Pantelleria. I muretti a secco e l’alpinismo, la transumanza e le perle di vetro, i suonatori di corno da caccia, la Perdonanza Celestiniana, la ‘cerca e cavatura’ del tartufo, l’allevamento dei cavalli Lipizzani. Sono i 16 elementi italiani finora iscritti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco, sui 677 individuati in 140 Paesi del mondo.

Tutti questi elementi sono accomunati dall’essere rappresentativi della diversità e della creatività umana nel nostro Paese, e vengono considerati fondamentali nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione, veicoli di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra, fautori del dialogo interculturale e del rispetto reciproco dei differenti modi di vivere. L’Unesco – che nel 2003 ha adottato la Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ratificata in Italia nel 2007 – non si limita pertanto a tutelare e promuovere soltanto monumenti, beni ambientali e naturalistici e collezioni di oggetti ma anche tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati: espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo, artigianato tradizionale.

Uno dei maggiori esperti italiani di questa materia, il prof. Pier Luigi Petrillo, ordinario di Diritto comparato del patrimonio culturale presso l’Università di Roma Unitelma Sapienza e qui Direttore della Cattedra Unesco sul Patrimonio Culturale Immateriali e della Scuola di Alta Formazione in Culture, Politiche e Democrazia, sarà ospite questa sera (martedì 28 marzo) alle 18,30 nell’aula magna di Villa San Saverio, sede della Scuola Superiore dell’Università di Catania, per parlare proprio della “Salvaguardia giuridica del patrimonio culturale immateriale”, affrontando tutti gli aspetti legati alla definizione, alla salvaguardia e al ruolo dell’Unesco e analizzando come alcuni ordinamenti, a partire da quello italiano, tutelano e promuovono i patrimoni culturali immateriali. «Il prof. Petrillo – osserva il presidente della Ssc Daniele Malfitana – è uno studioso raffinato e con grandi esperienze in strutture ed istituzioni ministeriali. La sua recente nomina a presidente dell’organo degli esperti mondiali della Convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale rappresenta un orgoglio per il nostro Paese ed un grande onore per la Scuola Superiore di Catania che lo ospita».

Autore dei dossier di candidatura all’Unesco de “Le Dolomiti”, “I paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato”, “Il paesaggio del Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene”, “La Dieta Mediterranea”, “L’arte dei pizzaiuoli napoletani”, “La coltivazione dello Zibibbo di Pantelleria”, “La transumanza”, “La tecnica dei muretti a secco”, “La cucina italiana” tutti riconosciuti dall’Unesco patrimoni culturali dell’umanità, sarà introdotto dal presidente Malfitana, dalla coordinatrice della Classe di Scienze umanistiche e sociali Adriana Di Stefano e dall’allievo della Scuola Marco Anfuso. L’incontro sarà moderato dalla prof.ssa Ida Nicotra, ordinario di Diritto costituzionale nel dipartimento di Giurisprudenza Unict.


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