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Cgil e Cisl, “Catania città caotica e inguardabile”: i sindacati chiedono un incontro con l’amministrazione

Un incontro per ottenere risposte concrete ed eventualmente contribuire alle soluzioni su interrogativi e gravi difficoltà legate al presente e al futuro di Catania

L’attesa paziente dei sindacati non può continuare: le tanto attese risposte del Comune di Catania sul Pnrr, sulle aziende partecipate, sull’allarme sicurezza, decoro e igiene pubblica in città, sui servizi sociali inadeguati, e molto altro, devono arrivare in fretta. Lo diciamo già da qualche mese e se sino ad oggi non abbiamo forzato i toni è stato per senso di responsabilità. Ora sarebbe irresponsabile prolungare questo nostro silenzio”.

I segretari generali di Cgil e Cisl Carmelo De Caudo e Maurizio Attanasio, affidano a una nota quella che definiscono “una richiesta definitiva e urgente” di un confronto tra amministrazione comunale e rappresentanti sindacali, al fine di ottenere risposte concrete ed eventualmente contribuire alle soluzioni su interrogativi e gravi difficoltà legate al presente e al futuro di Catania. “Un confronto che è stato sospeso da troppi mesi”.

Proprio mentre viviamo un momento straordinario di presenze turistiche – proseguono -, la città è inguardabile, sommersa da rifiuti che sostano ammucchiati in pile sempre più alte negli angoli stradali, sia centrali che periferici, con grave danno per la salute di chi vi abita, per il decoro pubblico e per l’immagine della nostra città. La movida si è trasformata in una fruizione selvaggia di aree, senza regole e senza sicurezza per chi vorrebbe invece trascorrere ore spensierate. Catania appare sporca, povera  e ovviamente caotica. – continuano i segretari generali- Serve un piano d’emergenza, persino più urgente di quello già invocato, ma mai attuato, ai tempi in cui il dissesto era appena stato proclamato”.

I sindacati chiedono di fare il punto su progetti avviati o ancora in preparazione per ottenere i fondi Pnrr. “Non sappiamo molto e quello che sappiamo proviene da notizie indirette. Eppure il rischio di fare scelte sbagliate proprio mentre siamo in piena emergenza è concreto. Catania paga il prezzo del dissesto, della pandemia e ora del conflitto russo ucraino (in termini di conseguenze sulla crisi energetica e dunque sulle imprese del settore)  e persino di un’amministrazione senza sindaco. Sembra di viaggiare su una nave senza nocchiere. Tutto questo si può toccare con mano, ogni giorno. Non è dunque concepibile che la città continui a sopravvivere con difficoltà. Le famiglie arrancano, i quartieri sono diventati “non luoghi” sempre più sporchi e abbandonati, servizi essenziali come gli asili nido e centri per anziani vivono un nuovo momento di incertezza, non esiste un Piano parcheggi e la città è ormai tutta segnata dagli stalli blu. La politica di accorpamento delle società partecipate non è stata condivisa e si stanno generando nuove macrostrutture che appesantiscono la spesa pubblica senza il minimo confronto con le parti sociali, la Zona industriale che potrebbe rappresentare il fiore all’occhiello della città  e una nuova possibile fonte occupazionale attraverso la ZES, rimane allo sbando. Come se non bastasse, l’amministrazione, arroccata nel Palazzo, restituisce l’impressione di curare più un piano giornaliero di mera sopravvivenza e di attenzione agli equilibri politici, anziché una strategia di salvezza. Tutto questo non è accettabile. 

Se il governo della città non ci risponderà con concretezza, e dunque non certo invitandoci a partecipare a consigli comunali dove non possiamo far sentire la nostra voce, saremo costretti a preparare un autunno di forti proteste cittadine. Chiameremo a raccolta tutti coloro che hanno a cuore il futuro della città, il lavoro, i diritti e lo sviluppo dell’economia territoriale”.


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