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La Polizia salva la vita a un giovane che voleva impiccarsi

Il ragazzo aveva un filo elettrico avvolto intorno al collo a mo’ di cappio

Nei giorni scorsi giungeva in sala operativa una telefonata con cui una donna chiedeva aiuto per cercare di salvare il proprio figlio che aveva deciso di impiccarsi.

Nonostante la concitazione della telefonata, la donna forniva il numero di telefono del figlio. Personale della Sala Operativa provava quindi a raggiungere telefonicamente il giovane e, dopo diversi tentativi, riusciva a contattarlo ed a localizzare la posizione del telefono. Venivano quindi inviati in zona Timpa di Leucatia più equipaggi per cercare di raggiungere il giovane in tempo, prima che potesse dare corso al proprio intento suicida.

Dopo diverse perlustrazioni della zona, che si trova in aperta campagna, gli Agenti lo individuavano all’interno di un casolare abbandonato. Il ragazzo aveva un filo elettrico avvolto intorno al collo a mo’ di cappio, la cui estremità era legata ad una trave del tetto del casolare, ed era appoggiato su alcuni blocchi di cemento al fine di potersi ergere ad un’altezza tale da potergli permettere di portare a termine il proprio intento.

Il giovane si mostrava subito poco collaborativo, urlando agli Agenti di non avvicinarsi per nessun motivo altrimenti si sarebbe lasciato cadere dai blocchi di cemento. Dopo lunghi ed ininterrotti tentativi di cercare un dialogo, il personale operante apprendeva che le ragioni dell’intento suicida del giovane erano da ricercare nella fine della relazione con la propria convivente, di cui lui non riusciva a farsene una ragione.

Pertanto il ragazzo rifiutava categoricamente di scendere dai blocchi di cemento se prima non avesse incontrato la propria convivente per chiederle spiegazioni.

A quel punto, non riuscendo ad addivenire ad una soluzione che permettesse di mettere in sicurezza il giovane senza alcun rischio, si provava a stabilire un contatto con la donna, che risiede in un comune fuori città.

La donna, dopo diversi tentativi veniva contattata, ma mostrava subito una totale assenza di collaborazione, non avendo alcuna intenzione di recarsi sul posto nel tentativo per cercare di calmare il giovane e farlo quantomeno recedere dal proprio intento suicida.

Vista la delicatezza della situazione, si chiedeva anche l’ausilio di personale dell’Arma dei Carabinieri del Comune di residenza della donna, al fine di contattarla e cercare ulteriormente di convincerla a fornire un ausilio al personale operante. Anche questi tentativi non hanno però avuto esito positivo e vista la fermezza mostrata dalla donna a non volerne praticamente più sapere del proprio ex convivente.

Per cercare di portare in salvo il giovane e farlo rinsavire, personale della Sala Operativa si metteva nuovamente in contatto telefonico con lo stesso, instaurando un dialogo e cercando di guadagnarsi la fiducia del ragazzo.

Quest’ultimo veniva quindi tenuto al telefono dall’operatore che con un notevole afflato umano lo ha fatto sfogare al telefono, rassicurandolo e cercando di fargli capire che la soluzione da lui trovata per risolvere la questione non era quella giusta.

Il giovane appariva agli Agenti sul posto molto più calmo e sembrava comprendere quanto gli veniva riferito al telefono, riacquisendo via via una maggiore lucidità. A quel punto gli Agenti, che fino a quel momento non avevano potuto avvicinarsi senza rischiare che il giovane si lasciasse cadere, lentamente lo raggiungevano e riuscivano a metterlo in sicurezza. Dopo averlo ulteriormente rassicurato, gli Agenti lo affidavano alle cure del personale sanitario.


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