“Librino oggi è simbolo di una Sicilia che guarda avanti, che crede nel potere trasformativo della cultura, dell’arte e della bellezza. Con l’iniziativa della Fondazione Antonio Presti e del Museo a cielo aperto Magma, assistiamo a un esempio concreto di rigenerazione urbana e sociale che parte dal cuore delle periferie e coinvolge cittadini, artisti, scuole e istituzioni. Per questo motivo la Regione Siciliana sostiene un progetto che non solo restituisce dignità a un territorio, ma lo proietta come modello per tutto il Paese. Le opere presentate oggi parlano di comunità, di memoria e di futuro: un patrimonio che appartiene a tutti i siciliani”. Così il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha commentato la nascita di Magma, il Museo a cielo aperto che trasforma una periferia in un luogo che ha qualcosa da raccontare.
“Quando un bambino nasce in un luogo di mancamento diventa ciò che vede. Per questo, qui a Librino, non bastano solo strade o rotonde. Non basta il cemento. Serve restituire la vista al cuore. E questo è possibile solo attraverso il sogno”. Queste le parole del mecenate Antonio Presti, che questa mattina (9 maggio) ha battezzato tre nuove opere del museo. “Quel sogno è fatto di cavalli che corrono verso nuove mete; è fatto di colonne che toccano il cielo; di colori che rallegrano il cuore – continua il maestro – ma soprattutto è fatto di sguardi d’amore. Quelli delle madri che vigilano sui figli, proteggendo famiglie e comunità, infondendo forza nelle difficoltà e coraggio nei momenti più critici”.
Una vera e propria festa alla presenza di migliaia di bambini delle scuole e delle loro mamme – con il presidente del VI Municipio Francesco Valenti – per la consegna alla città di tre installazioni monumentali realizzate da artisti internazionali: “Le Grandi Madri” di Lynn Johnson, “Cavalli Eretici” di Monika Bulaj e “Cromatismo emozionale” di Paolo Bini. “Librino diventa così un vero e proprio polo culturale, attrazione per tutti quei turisti che potranno scorgere emozione e poesia nelle opere di Presti – ha sottolineato il sindaco del capoluogo etneo Enrico Trantino, rappresentato stamattina dall’assessore Massimo Pesce – il Comune di Catania crede fortemente nel percorso di rinascita tracciato finora, per diffondere arte, cultura e legalità, per questo proprio recentemente abbiamo deciso di illuminare la Porta della Bellezza e la Porta delle Farfalle, le monumentali opere che il mecenate di Tusa ha donato al quartiere in oltre vent’anni di lavoro”.
“Il mio ultimo atto da assessore comunale è stato la firma del protocollo per la realizzazione di MAGMA. Un gesto che ha rappresentato per me l’inizio di un impegno da portare avanti con coerenza e determinazione – ha detto l’on. Salvo Tomarchio – oggi, da parlamentare regionale, rinnovo quell’impegno: il mio primo atto in finanziaria è stato dare concretezza a quel protocollo, contribuendo così alla nascita del Museo. La linea che guida il mio percorso istituzionale è chiara: sostenere ciò che genera valore per la collettività, continuare a lavorare per Catania e per i catanesi”. Le Opere di Presti sono monumenti alla dignità e alla speranza, testimonianza visiva di una trasformazione che da oltre vent’anni anni si nutre di ascolto, educazione e partecipazione. Le “Grandi Madri”, per esempio, rappresentano il cuore di un percorso educativo che parte dalla genitorialità: “Sono onorata di avere firmato questa mostra fotografica che ha coinvolto tutta la comunità che sostiene Antonio Presti – ha detto emozionata la fotografa americana Johnson – tutti dobbiamo dare voce alle donne. Sono il fondamento della vita ed è proprio questo che vuole rappresentare questa mostra: la dignità delle donne, il loro coraggio, il loro eroismo, la loro verità”.
L’opera è composta da ventitré gigantografie di oltre 7 metri che trasformano il cavalcavia in una grande tela umana e da ventisette immagini di 1 metro e 50 installate sulla trave del ponte, dove campeggia la scritta: “Le grandi madri di Librino: amano, sognano, donano la vita. Fra le loro braccia non si smette mai di sognare”.
Poche centinaia di metri più in là, nell’ambito della Triennale della Contemporaneità, un altro maestoso progetto prende forma per restituire una nuova immagine del cavallo: non più simbolo di illegalità, ma creatura sacra, corpo libero in movimento, strumento di riscatto morale e sociale: “Il cavallo ci legge dentro. Sfiorarlo ci riconduce a ciò che vediamo, ma non riusciamo a riconoscere – ha affermato la fotografa Bulaj, i cui scatti sono diventati i murales dell’opera “I Cavalli eretici” – l’invisibile: il mito dell’unicorno, dei cavalli alati… il nostro specchio? Nell’ostinata pulizia degli zoccoli, nella spazzolatura del mantello, nella cura che il cavallo riceve dai bambini, si scrive così la fiaba di Librino”.
Due cavalli bianchi, cavalli della luce, incarnano poi l’impegno e la visione di Antonio Presti: restituire al quartiere e ai suoi abitanti dignità e voglia di riscatto. Un’opera realizzata grazie al contributo dell’Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia e dell’ASD Maneggio L’Ulivo di Librino, che fanno del rispetto per i cavalli un altare di bellezza.
A tutto questo, tra le tinte blu che avvolgono il quartiere, si aggiunge “Cromatismo emozionale”, il colonnato dei sogni che dona ai visitatori un tragitto di luce. L’opera dell’artista campano Paolo Bini, con 34 colonne policrome di 5 metri ciascuna, disegna un sentiero simbolico che percorre la Montagna Sacra e conduce alla Chiesa della Resurrezione del Signore. Ogni colonna è stata “adottata” da una famiglia del quartiere, chiamata a scrivere una riflessione sul sogno, sulla luce, sulla speranza. Così, il cemento si colora di umanità. E l’arte si fa relazione. “C’è un filo invisibile che unisce il mio gesto artistico alla visione di Presti: il desiderio di trasformare e di concepire l’arte quale esperienza di responsabilità, restituzione, inclusione – commenta l’artista Paolo Bini – quest’opera vuole dialogare con le strade, con le persone, con i palazzi. Il colore diventa linguaggio universale, capace di ricucire lo spazio urbano e quello interiore”.
Librino dunque cambia volto. E lo fa attraverso l’arte, quella che nasce dal basso, che coinvolge i bambini, le famiglie, le scuole, e trasforma una periferia in un luogo di accoglienza. “Ringrazio di cuore il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – conclude Presti – l’on. Salvo Tomarchio, il sindaco di Catania Enrico Trantino, il Fondo di Beneficenza Intesa San Paolo, l’Università di Messina, l’Istituto Nazionale di Architettura IN/Arch e tutti coloro che hanno partecipato a questo processo di rigenerazione che ha consentito di dare vita a MAGMA: un museo dell’anima collettiva, una dichiarazione d’amore alla bellezza come diritto universale, un atto poetico e politico che si rinnova nel cuore di una delle periferie più complesse del Paese”. Da oggi Librino diventa il più grande Museo a cielo aperto d’Europa, donato dalla Fondazione Fiumara d’Arte alla Regione Siciliana.
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