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Medicina legale, antropologia e archeologia forense: Catania diventa la capitale europea del dialogo

Gli specialisti impegnati nel riconoscimento delle vittime delle stragi di guerra si danno appuntamento a Catania

Per due giorni Catania diventa la capitale europea del dialogo e del confronto tra alcuni dei più rilevanti esperti di medicina legale, antropologia e archeologia forense.

È la prima edizione dell’International Forensic Symposium, che si terrà il 28 e il 29 ottobre presso l’Auditorium dell’ex Chiesa della Purità (via Santa Maddalena 39), dal tema “The Archaeology and Anthropology of Forensic Human Remains” organizzato dal professore Cristoforo Pomara, ordinario di Medicina Legale dell’Università di Catania, col patrocinio della Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni.

“Sarà un dialogo tra le scienze impegnate nel dare risposte su alcuni dei temi più scottanti della storia e dell’attualità – sottolinea il professore Pomara – un momento di sicuro accrescimento reciproco che consentirà di ragionare sulle ultime frontiere tecnologiche e sulle metodologie relative a descrizioni e fissazioni della scena del crimine e degli scavi, considerando ad esempio anche il lavoro compiuto nelle fosse comuni”.

I due giorni consolidano il respiro internazionale del dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e Tecnologie avanzate “G.F. Ingrassia” che da anni ha attivato una collaborazione con una task force internazionale di esperti di antropologia fisica e forense, grazie alla preziosa collaborazione del dottor Dario Piombino-Mascali, visiting professor presso il dipartimento etneo e attualmente docente all’Università di Vilnius, considerato come uno dei massimi esperti mondiali di studio delle mummie umane di epoca preistorica e storica.

“Dal 2020 esiste una convezione formale tra la mia istituzione e quella di Catania – sottolinea il professore dell’università lituana – per creare un dialogo tra scienziati e mettere a disposizione le nostre conoscenze sull’apparato scheletrico che ci consentono, anche in assenza di tessuti molli, di rivelare il sesso, l’età alla morte, e dalle lesioni presenti possiamo in alcuni casi anche risalire a eventuali violenze”.

Un lavoro prezioso, perché “per noi effettuare un riconoscimento di un cadavere significa anche poter permettere alla famiglia di dare una degna sepoltura al proprio congiunto, per non parlare delle conseguenze legali che derivano dalla certificazione di una morte e che permettono ai parenti più prossimi di uscire da un limbo che oltre alle sofferenze aggiunge anche altre complicazioni burocratiche”.

Tra i relatori ospiti si registra un grande interesse, dato il profilo di estrema attualità, per la dottoressa Rebeca Iglesias Domínguez dell’Università di San Sebastián, archeologa forense che ha partecipato a una missione di accertamento dei fatti in Ucraina tra il 20 maggio e il 2 giugno 2022, in collaborazione con il team di esperti della Commissione Internazionale per le Persone Scomparse, ICMP Ucraina.

“L’obiettivo della missione – spiega in una nota di presentazione del suo intervento – era quello di valutare le capacità attuali e la metodologia delle autorità locali e degli esperti nel processo di localizzazione e scavo di tombe individuali e di massa, compreso il recupero di resti in superficie, nonché di altri potenziali siti di interesse forense per ottenere indizi e/o prove sostanziali che colleghino i parenti degli scomparsi con i presunti defunti, a sostegno delle identificazioni basate sul DNA, e prove a sostegno dei meccanismi di giustizia e dei processi di responsabilizzazione in conformità con lo Stato di diritto”.

Nel corso del Simposio etneo fornirà “un resoconto della situazione e delle sfide che ho incontrato in Ucraina dal punto di vista dell’archeologia forense, nonché una visione dei potenziali passi successivi”.

Diverse le tematiche che sconfinano nel grande interesse storico trattate nel corso dei due giorni. La professoressa Cristina Cattaneo, dell’Università di Milano si occuperà di una rassegna sull’antropologia forense, tra presente, passato e futuro, mentre il professore Rimantas Jankauskas, dell’Università di Vilnius, illustrerà il suo approfondito lavoro sull’identificazione forense dei soldati sovietici e nazionalsocialisti negli scenari di guerra.

Assume grande rilievo, in rapporto a una ferita storica ancora pulsante, anche la presenza del professore Nicholas Márquez-Grant, dell’Università di Cranfield, esperto di fosse comuni franchiste nel periodo della Guerra civile spagnola e protagonista di alcuni scavi determinanti per la storia del Novecento, come quello recente nel cimitero di Almagro, col rinvenimento di decine di individui uccisi e seppelliti tra il 1939 e il 1940.

Due giorni intensi che si concluderanno con le riflessioni affidate ai Professori Cristoforo Pomara e Francesco Introna che condurranno il dibattito finale anche per collocare in un’adeguata cornice i molteplici stimoli rilasciati e consolidare questo fecondo dialogo multidisciplinare e internazionale.


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