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Referendum, UGL: “Non sono le risposte preconfezionate dei quesiti a rappresentare la strada giusta, bensì un approccio basato sul dialogo”

L’Unione Generale del Lavoro (UGL) ritiene che, sebbene queste questioni siano di grande rilevanza, le risposte proposte dai quesiti referendari siano sbagliate e controproducenti, rischiando di compromettere le possibili soluzioni già sul tavolo

L’8 e il 9 giugno gli italiani saranno chiamati ad esprimersi su cinque quesiti referendari riguardanti tematiche del lavoro e della cittadinanza.

L’Unione Generale del Lavoro (UGL) ritiene che, sebbene queste questioni siano di grande rilevanza, le risposte proposte dai quesiti referendari siano sbagliate e controproducenti, rischiando di compromettere le possibili soluzioni già sul tavolo.

“Come UGL – afferma Giovanni Musumeci, segretario territoriale dell’Ugl Catania – riconosciamo l’importanza delle tematiche poste agli elettori, ma sosteniamo che le proposte di risposta avanzate attraverso questi quesiti non solo sono fuori luogo, ma potrebbero anche ostacolare il percorso di miglioramento delle condizioni lavorative e sociali del nostro Paese”.

Le sue considerazioni si concentrano sui singoli quesiti, evidenziando le alternative che il sindacato ritiene più opportune:

Primo quesito: sarebbe più giusto aprire un confronto costruttivo con il Governo per introdurre nuove forme di tutela, più efficaci e crescenti in rapporto all’anzianità aziendale, per valorizzare l’esperienza e la professionalità dei lavoratori nel tempo.

Secondo quesito: la soluzione migliore consiste nell’introdurre meccanismi che garantiscano tempi rapidi nelle cause di lavoro, attraverso la creazione di un fondo di garanzia che assicuri i pagamenti e riduca i ritardi nelle risoluzioni delle controversie.

Terzo quesito: sarebbe più opportuno puntare sulla contrattazione collettiva a livello settoriale, rispettando le peculiarità di ogni comparto e valorizzando il ruolo delle parti sociali.

Quarto quesito: l’obiettivo dovrebbe essere il rafforzamento dei controlli sull’intera filiera degli appalti, per garantire il rispetto delle norme e tutelare i diritti dei lavoratori coinvolti.

Quinto quesito: invece di intervenire con le risposte proposte, sarebbe più efficace potenziare le politiche di inclusione territoriale, promuovendo azioni concrete volte a favorire una vera integrazione sociale e lavorativa.

In conclusione, l’UGL ribadisce che non sono le risposte preconfezionate dei quesiti a rappresentare la strada giusta, bensì un approccio basato sul dialogo, sulla concertazione e sulla realizzazione di interventi concreti.


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