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A Catania, “Librino as a stage” accende i riflettori sulla bellezza dimenticata della periferia

Si è svolto domenica 24 settembre l’evento organizzato da associazione musicale etnea insieme a Ortigia sound system e promosso dal Ministero della Cultura e dal Comune di Catania

Un momento della performance della compagnia di danza CZD2 (foto Rebecca Sulzer)

Il più popoloso quartiere di Catania, ed uno dei più complessi dell’hinterland etneo, si è trasformato per un giorno in un palcoscenico che accoglie tutta la città. Molti i catanesi, tra loro numerosi i più giovani, che ieri pomeriggio si sono lasciati coinvolgere da Librino as a stage, progetto realizzato dall’associazione Associazione Musicale Etnea (AME) in collaborazione con l’associazione Ortigia Sound System (OSS), promosso dal ministero della Cultura e dal Comune di Catania.

La giornata, tra performance di danza site-specific, momenti musicali e di scoperta di scorci di Librino poco noti ai più, ha aperto ai partecipanti una finestra su un quartiere dai molteplici volti: “Spesso, gran parte dei nostri concittadini – ha commentato Biagio Guerrera, presidente dell’Associazione Musicale Etnea – non pensa a Librino come un luogo che valga la pena scoprire. Questa giornata ha voluto rappresentare un’occasione per mettere in luce tutte le possibilità inespresse che in questo quartiere sono invece presenti, dalle sue molte aree verdi alle straordinarie persone che lo abitano”.

Tra gli obiettivi del progetto, finanziato attraverso il bando Periferie: Palcoscenico Catania, la bellezza senza confine e parte dell’iniziativa Catania Risuona 2023, quello di vivificare attraverso l’arte un luogo nel quale si fa sentire la mancanza di occasioni e spazi di aggregazione: “”Librino as a stage” – ha sottolineato Enrico Gambadoro Direttore Creativo di Ortigia Sound System – è solo una tappa di un percorso che OSS ha intrapreso accanto ad altri operatori culturali che operano qui, come AME e Talità Kum, verso la trasformazione del quartiere in un luogo che non sia un semplice punto di passaggio ma un polo attrattivo per il resto di Catania anche attraverso un’offerta culturale sempre più ricca e variegata”.

Il pomeriggio ha preso le mosse da una visita alla Nuova Masseria Moncada, annessa al plesso dell’IC Rita Atria (ex Fontanarossa), nel cuore di Librino. Si tratta di una struttura che ha trovato nel progetto “Scuole aperte partecipate in rete” (sostenuto dall’impresa sociale “Con I Bambini”) la possibilità di divenire un Polo delle Arti.

Un’iniziativa, già forte di una rete consolidata di partner e che vede l’Associazione Musicale Etnea impegnata in qualità di referente territoriale. Un luogo di aggregazione nel quale prendono vita numerose attività pensate per rispondere alle esigenze del quartiere: dai laboratori di scrittura creativa, teatrali e musicali, fino ad una sartoria sociale.

L’Anfiteatro situato a pochi passi dalla Masseria, è stato quindi il palcoscenico per Each part each place, performance della compagnia di danza CZD2 ideata e coreografata da Silvia Oteri e Fernando Roldan Ferre e prodotta da Scenario Pubblico. A seguire, una passeggiata lungo la pista ciclabile che attraversa il quartiere ha condotto i partecipanti verso gli Orti urbani, dove si è svolto l’incontro Fare Spazio.

Il talk, promosso dal collettivo milanese Fosbury Architecture, ha visto dialogare il presidente di AME Biagio Guerrera, Veronica Caprino di Fosbury, Giuliana Gianino di Talità Kum, l’artista e produttrice Giulia Piccione e Claudia Cosentino dello studio di architettura catanese Analogique. Un fitto scambio che ha visto i partecipanti restituire alcune delle esperienze positive maturate nel loro operato nel quartiere: dal Polo delle Arti di AME, alla “Casa tappeto” progetto per i bambini di Librino presentato da Fosbury al padiglione italia della Biennale di Venezia, passando per le attività a sostegno di minori e famiglie di Talità Kum, fino all’impatto di progetti architettonici come la Porta delle Farfalle, alla cui realizzazione ha partecipato anche lo studio Analogique.

L’ultima parte della giornata è stata invece dedicata ad Fennesz, uno dei più apprezzati artisti di musica elettronica degli ultimi decenni. Il compositore e chitarrista austriaco, già ospite dell’AME nel 2010, è stato protagonista di una performance alla Masseria Moncada che lo ha visto proporre alcuni suoi brani – tra questi uno realizzato campionando una rara traccia vocale del cantante dei Beach Boys Brian Wilson – e dialogare con il musicista Donato Di Trapani sulle peculiarità del suo approccio alla composizione, dal fascino degli strumenti analogici ai limiti dell’utilizzo dell’Intelligenza artificiale. In serata, Fennesz è stato infine protagonista di un Live presso Zo Centro culture contemporanee, che lo ha visto eseguire alcuni dei brani più rappresentativi del suo percorso e alcune tracce frutto della ricerca musicale più recente.


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