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All’ospedale di Acireale attivata la Speciale unità di accoglienza permanente

Sono 6 i posti attivati, dedicati ad accogliere pazienti in stato vegetativo (Sv) o stato di minima coscienza (Smc)

Completato nel tardo pomeriggio di ieri il trasloco della speciale unità di accoglienza permanente (Suap) di Catania. La struttura è adesso operativa al piano terra dell’ospedale di Acireale, prospicente la cappella ospedaliera.

Sono 6 i posti attivati, dedicati ad accogliere pazienti in stato vegetativo (Sv) o stato di minima coscienza (Smc).

La struttura è stata ospitata dal 2016, anno della sua istituzione, all’ospedale “Santo Bambino” dell’AOU “Policlinico-Vittorio Emanuele”, presidio che, come noto, è oggetto di un corposo piano di investimenti per la sua rifunzionalizzazione.

L’intero percorso di trasferimento del servizio è stato coordinato dal direttore sanitario dell’Asp di Catania, Antonino Rapisarda, con il coinvolgimento dei dipartimenti per le attività territoriali, per l’emergenza e per le risorse tecnologiche e della direzione medica del presidio.

La nuova allocazione della Suap nell’ospedale di Acireale rispetta gli standard di accreditamento previsti dalle indicazioni regionali e risponde in modo appropriato al bisogno di cura dei pazienti.

Allo stesso tempo, con il trasferimento della struttura nel presidio acese e non in quello di Militello, come in un primo tempo era stato prospettato, dove opera la seconda Suap dell’Asp di Catania, la direzione aziendale ha accolto e riconosciuto le istanze dei familiari dei pazienti di poter fruire del servizio in un’ottica di coesione territoriale, di prossimità e di continuità assistenziale.

La sede acese della Suap è comunque temporanea in vista del suo definitivo trasferimento a Catania, al Pta “San Luigi”, programmato entro al fine del 2026, in coincidenza con l’apertura della casa e dell’ospedale di Comunità.

In sinergia con la Suap di Militello, ospitata all’ospedale “Basso-Ragusa”, con 14 posti letto, la Suap di Acireale opera all’interno di una rete regionale integrata per il trattamento dei pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite in fase cronica.


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