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Catania, alla Chiesa Santa Maria di Gesù nasce il progetto sociale “Con- Working” per aiutare i giovani professionisti

Dal bisogno sociale di poter aiutare i giovani nasce il progetto “con-work” per sostenere chi si affaccia nel mondo del lavoro

Il covid, la pandemia e il conseguente isolamento hanno causato degli effetti nefasti nei giovani come riportano numerose indagini medico-scientifiche, le quali sono concordi nel riportare l’aumento di casi di depressione, anche grave, soprattutto negli under 40, quella fascia d’età agli inizi dell’attività professionale che non potendo far fronte alle spese necessarie dell’affitto di studi o di postazioni di co-working sono costretti a lavorare da casa in costante isolamento. Da questo bisogno sociale di poter aiutare i giovani nasce il progetto “con-work” per sostenere chi si affaccia nel mondo del lavoro.

Iniziativa promossa da un gruppo di cinque giovani professionisti composto da Epifanio Chiovetta, Rachele Soma, Irene Fatuzzo, Francesca Magrì e Giuseppe Furneri che grazie a Fra Massimo Corallo, giovane e intraprendente parroco della parrocchia di Santa Maria di Gesù, il quale ha immediatamente sposato l’iniziativa ed ha deciso di concedere gratuitamente una sala del convento, adibita a spazio di co-working al servizio dei professionisti non solo catanesi, che sarà inaugurata martedì 1 novembre alle 20.

“Vogliamo mettere in pratica l’idea di “Chiesa in uscita” tanto voluta da Papa Francesco- spiega Fra Massimo Corallo della Chiesa e Convento di Santa Maria di Gesù a Catania, gestiti dai Frati Minori di Sicilia-, la mission consiste nel combattere l’isolamento domestico fornendo l’opportunità di uno spazio in cui non soltanto svolgere le proprie attività professionali ma anche relazionarsi con gli altri, favorendo quindi la socialità”.

Il nome del progetto, “Con-work”, partendo dal concetto di co-working, mediante l’inserimento della “N”, lo contestualizza nella realtà del CONvento, enfatizzandone al contempo la condivisione della relazione CON gli altri.

Dopo i necessari lavori di trasformazione degli spazi concessi – dichiara Epifanio Chiovetta a nome dell’intero gruppo fondatore – siamo finalmente felici che la sala possa essere messa al servizio di tutti per affrontare con consapevolezza questa problematica sociale che ha colpito un po’ tutti i settori”.


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