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Cessato l’esercizio provvisorio, per il Catania Calcio è finito il campionato

Il tribunale, dopo avere chiesto un aiuto economico alla Figc e alla Lega Pro e incassato il secco no da parte degli organi federali sportivi, ha deciso la fine societaria del Catania calcio matricola 11.700

Finisce a tre giornate dalla conclusione del campionato di Lega Pro, il futuro del Catania calcio.

Il giudice fallimentare del tribunale di Catania con un secco comunicato di tre righe ha fatto sapere che è stato cessato l’esercizio provvisorio del club rossazzurro. Di fatto gli etnei non torneranno più in campo e non si disputerà domani la gara con il Latina.

Il tribunale, dopo avere chiesto un aiuto economico alla Figc e alla Lega Pro e incassato il secco no da parte degli organi federali sportivi, oggi ha deciso la fine societaria del Catania calcio matricola 11.700. Ieri era uscito di scena l’imprenditore laziale Benedetto Mancini che aveva partecipato alla base d’asta fallimentare per rilevare il ramo d’azienda legato alla parte sportiva del club rossazzurro. La decadenza per “inadempimento di pagamento integrale del corrispettivo”.

L’esercizio provvisorio disposto dalla sezione fallimentare del tribunale di Catania è datato 22 dicembre del 2021 per permettere la vendita della società con asta telematica, ed era stato rinnovato nel tempo. Andati deserti i primi due bandi, l’11 febbraio e il 4 marzo, l’unica offerta d’acquisto è arrivata dalla società Fc Catania 1946, che faceva capo a Benedetto Mancini, al terzo tentativo, quello del 15 marzo. Quel giorno l’imprenditore ha depositato 125mila dei 500mila euro richiesti e il Tribunale fallimentare ha prorogato ulteriormente l’esercizio provvisorio fino al 19 aprile per permettere la cessione definitiva della società. Successivamente Mancini ha deposito un assegno di 200mila euro al notaio che avrebbe dovuto redigere l’atto, ma senza coprire l’importo minimo fissato dal Tribunale fallimentare, che era di mezzo milione di euro. L’imprenditore ha contestato, con i suoi legali, l’operato del Tribunale fallimentare sostenendo di essere pronto lunedì prossimo a concludere l’operazione di acquisto. Ieri i curatori fallimentari avevano chiesto anche l’intervento della Lega Pro, ipotizzando un contributo economico per potere disputare le ultime quattro gare che restavano al Catania per concludere il campionato. Ma il presidente Francesco Ghirelli ha risposto che, a norma di regolamento, non è possibile un intervento del genere perché creerebbe delle disparità tra le società. Lo stop al campionato del Catania comporterà la sua esclusione dal campionato di Serie C e delle variazioni nella classifica del torneo perché le gare della società etnea risulteranno non disputate. Il Catania dovrebbe ripartire, con un nuovo club, dal campionato Dilettanti. L’assegnazione del titolo sportivo spetterà per ruolo e competenza al sindaco della città.

“L’estromissione al campionato del Catania calcio offende profondamente l’intera comunità non solo sportiva catanese”: lo scrive in una nota la sezione catanese dell’Ussi, l’unione stampa sportiva della Federazione nazionale della Stampa. “La città, i tifosi e tutti coloro i quali, compresi i giornalisti, operano nell’ambito sportivo – si legge ancora nella nota – pagano il prezzo di gestioni insensate e degli assalti di avventurieri che a Catania sono venuti a cercare facile fama e passerelle illuminate approfittando della buona fede di chi crede, e ha creduto fino in fondo, che una società calcistica con un illustre passato come quella rossazzurra debba rappresentare degnamente una delle più grandi città italiane. Oltre all’incalcolabile danno di immagine, bisogna adesso fare la conta di quanti posti di lavoro vanno persi: dai giocatori alle maestranze, dall’indotto ai professionisti che si sono adoperati perché la storia del Catania calcio non si concludesse in modo così vergognoso”. LUssi fa un appello ai “giornalisti, che hanno sempre seguito con la massima attenzione le vicende calcistiche ed extracalcistiche della società rossazzurra spetta adesso l’ingrato compito di raccontare un fallimento che non è e non può essere solo sportivo ma che merita certamente l’attenzione della magistratura”.

“Ai comuni sentimenti di delusione e sconcerto per la cessazione dell’esercizio provvisorio del ramo d’azienda del Calcio Catania e l’estromissione dal campionato di Lega Pro, dobbiamo associare un sentito ringraziamento a mister Baldini, al Direttore Pellegrino alla rosa dei giocatori della prima squadra, ai tecnici e ai ragazzi del settore giovanile, che in questi tribolati mesi, malgrado tutto, hanno indossato con orgoglio la maglia rossazzurra, vessillo di una tradizione lunga 76 anni”: lo scrive il sindaco facente funzioni di Catania Roberto Bonaccorsi a nome suo e di tutta la giunta.

“Alla rabbia e al senso d’impotenza per le tante contraddizioni di questa vicenda, tuttavia, è doveroso fare prevalere la lucidità di pensare a quanto sia indispensabile unire le forze cittadine, ciascuno secondo la propria parte, per non disperdere l’inestimabile valore della passione calcistica catanese che da tante generazioni si tramanda e di cui il sindaco Pogliese si è sempre fatto interprete generoso. Ora più che mai dobbiamo ritrovare il senso più autentico dello Sport che significa rispetto, unione e forza ma anche autocontrollo, per rialzare la testa e non farci inghiottire dallo scoramento per la pesantissima batosta. Non lo merita anzitutto l’insuperabile tifoseria catanese a cui vanno sentimenti di gratitudine e riconoscenza per avere sempre sostenuto la squadra della Città, malgrado le amarezze degli ultimi anni. E’ ora di riconoscersi tutti insieme nella missione di fare rinascere il Calcio a Catania, più forte nei fondamentali economici e più saldo nei valori etici e sportivi, analogamente a quanto accaduto in tante altre realtà italiane, per esempio il Parma e la Fiorentina e altri club calcistici come il Palermo e il Bari”.


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