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Gaetano Galvagno (FdI) è il nuovo presidente dell’Ars. Originario di Paternò, è il più giovane di sempre

Originario di Paternò, Gaetano Galvagno, non solo è conterraneo, ma anche fedelissimo del presidente del Senato, Ignazio La Russa

È Gaetano Galvagno, deputato di Fratelli d’Italia, il nuovo presidente dell’Assemblea regionale siciliana eletto oggi alla seconda votazione. Succede al leader siciliano di FI, Gianfranco Micciché. L’elezione è stata accolta con una ovazione a Sala d’Ercole.

Con 43 voti è stato proclamato eletto Galvagno, applaudito dall’aula. Gliene occorrevano alla seconda votazione 36. La maggioranza ha dunque tenuto. A 37 anni è il presidente dell’Ars più giovane di sempre. Presenti e votanti 70 deputati su 70. Schede bianche 11, poi una serie di voti dispersi, uno dei quali a Caterina Chinnici, ex candidato presidente della Regione del centrosinistra.

Originario di Paternò, in provincia di Catania, Gaetano Galvagno, non solo è conterraneo, ma anche fedelissimo del presidente del Senato, Ignazio La Russa. Con quasi 14 mila preferenze, il 25 settembre, alle scorse elezioni regionali, è stato il più votato tra gli eletti di Fratelli d’Italia in Sicilia. ​​​Per lui si tratta di un ritorno a Sala d’Ercole di cui è stato già deputato, sempre con FdI, nella XVII legislatura. Ha fatto parte della commissione d’inchiesta sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, commissione Verifica dei poteri, e vice presidente della commissione Bilancio.

“Mi impegnerò a essere non solo il presidente di tutte le forze politiche ma anche di tutti i siciliani, e di tutti i sindaci che tutti i giorni combattono coni problemi del territorio. A partire dell’entroterra che spesso è stato dimenticato. Non sarò mai il presidente di chi vorrà portare avanti interessi personali”. Queste le prime parole del nuovo presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. “Oggi dobbiamo risolvere i problemi del presente e programmare il futuro nel miglior modo possibile – ha proseguito – abbiamo un’importante sfida che non possiamo perdere, soprattutto in un momento altrettanto difficile come questo a causa della sanguinosa guerra che sta affliggendo l’Ucraina al cui popolo va la nostra solidarietà”. Poi, Galvagno ha ricordato tutte le vittime di mafia e, in particolare, i magistrati e i rappresentati delle forze d’ordine cadute durante le stragi del ’92. Infine, l’ultimo pensiero è andato a suo padre “che da medico in pensione ha perso la vita  per aiutare le vittime di Covid. Un pensiero va a tutte le  vittime e ai familiari che hanno perso un parente a causa  di questa tragica pandemia”.

 “Stavolta non si avranno scuse di alcun genere, non ci sarà la possibilità di sottrarsi alle responsabilità. Questa per tutti noi non potrà essere la legislatura delle passerelle e delle parole, ma quella delle risposte e dei fatti. Quelli che verranno dovranno essere e saranno i 5 anni più importanti di sempre. Gli anni degli investimenti, del Pnrr, della ripresa economica e non possiamo assolutamente fallire” ha detto ancora il neo presidente dell’Ars. “Spero che riusciremo sempre piuù a far valere – ha aggiunto – la condizione di regione a Statuto speciale per potere capitalizzare quegli interventi necessari a farci raggiungere standard europei e non più essere fanalino di coda, diventando centrale nello scenario del Mediterraneo. Mi auguro che davanti a temi di riconosciuta rilevanza ciascuno riesca ad accantonare le proprie appartenenze e a guardare oltre nell’interesse di tutti”.

“Con grandissimo senso di responsibilità ho già ringraziato tutti i colleghi, perché non sappiamo quale sia la reale provenienza dei voti. Non ho mai nascosto un rapporto di stima e rispetto con altre parti politiche. Pertanto ringrazio anche Cateno De Luca, anzi io sono convinto di sì, sia per la stima ma soprattutto ritengo anche per esseri stati interlocutori assolutamente affidabili” prosegue Galvagno rispondendo ai giornalisti sul possibile aiuto fornito dall’ex candidato presidente della Regione Cateno De Luca per la sua elezione a Sala d’Ercole.

“Tutti insieme dobbiamo costruire una Sicilia che abbia comportamenti rispettosi delle leggi. Una Sicilia capace di contrastare i fenomeni criminali e mafiosi così come hanno fatto, perdendo la vita, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, gli uomini di tutte le scorte e tutte le altre vittime di mafia” ha concluso.


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