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L’Ekipe Orizzonte è Campione d’Italia per la 23ma volta

Una coincidenza curiosa perchè lo scudetto numero 23 arriva nel 2023, una gioia condivisa con la città etnea e con i tifosi rossazzurri

L’Ekipe Orizzonte scrive l’ennesima pagina di storia della pallanuoto femminile italiana, vincendo il suo ventitreesimo scudetto e tenendo il tricolore a Catania per la quarta stagione consecutiva.

Una coincidenza curiosa perchè lo scudetto numero 23 arriva nel 2023, una gioia condivisa con la città etnea e con i tifosi rossazzurri che nel pomeriggio hanno riempito la piscina casalinga di Nesima in ogni ordine di posto, facendola letteralmente scoppiare e trasformandola ancora una volta nell’uomo in più per la squadra allenata da Martina Miceli, autentica condottiera inaffondabile in mezzo a qualunque tempesta, che anche oggi aveva al suo fianco sia Renato Caruso che Floriana Dursi.

Non c’era (se non per qualche minuto sui 32 di gioco) il presidente Tania Di Mario, che però era per la terza volta consecutiva in acqua a combattere al fianco delle sue ragazze e compagne di squadra, con cui ha costruito più che mai in prima persona l’8-6 imposto alla Sis Roma in gara 4 della finale scudetto, che ha permesso alla formazione catanese di chiudere la serie della finale scudetto sul 3-1.

Impossibile non citare proprio il suo gesto tecnico sulla rete del 7-6, che ha propiziato il sorpasso delle catanesi sulle capitoline e l’ha vista protagonista di un gol che fatto tremare la piscina, abbagliata dalla classe intramontabile di quella calottina numero 3 indossata nelle ultime tre partite e stregata da quel “no look” con cui ha accompagnato il pallone con i polpastrelli sotto l’incrocio della porta avversaria.

Ma è stato naturalmente il trionfo di tutte, da Aurora Condorelli, oggi più che mai implacabile tra i pali, a Capitan Palmieri, Claudia Marletta, Dafne Bettini, Bronte Halligan, Giulia Viacava, Alice Williams, Veronica Gant, Gaia Gagliardi, Aurora Longo, Morena Leone e Ludovica Celona. Senza dimenticare chi durante la stagione ha avuto la possibilità di dare il proprio contributo come Cecilia Grasso, che ha partecipato anche a gara 1 della finale scudetto, così come Giulia Oliva, Teresa Lombardo e le altre baby rossazzurre che si sono avvicendate quando c’è stata la possibilità.

La cronaca del match di oggi racconta una sfida ad alta intensità sin dal fischio d’inizio, con le due squadre che si sono date battaglia già nel primo tempo, chiuso sul 2-2. Combattutissime anche le due frazioni successive, conquistate rispettivamente per 1-2 dalle giallorosse e 3-2 dalle padrone di casa. Quarto tempo iniziato quindi sul 6-6, prima che arrivasse il lampo di genio di Tania Di Mario, che ha regalato alle compagne il 7-6 e il gol del meritato sorpasso, poi blindato dal definitivo 8-6 realizzato da Claudia Marletta.

Nel tabellino della partita c’è soprattutto una strepitosa Morena Leone, autrice di tre gol straordinari. Due reti a testa invece per Dafne Bettini e Claudia Marletta e uno, appunto, dal sapore dolcissimo per Tania Di Mario, che al fischio finale ha manifestato tutta la sua gioia, nel duplice ruolo di presidente e giocatrice dell’Ekipe Orizzonte: “Le nostre ragazze – ha raccontato Tania Di Mario – avevano detto che avrebbero voluto che scrivessi nel mio palmares da giocatrice di aver vinto 12 scudetti + uno. Forse per me questo è stato davvero uno dei più emozionanti, perchè per un’atleta è difficile pensare di tornare in acqua e vincere, ma la pallanuoto mi ha regalato anche questo. Siamo arrivate a questo traguardo da squadra, crescendo sempre di più, giorno dopo giorno. È stato bello come abbiamo vinto tutti insieme, da Martina a Renato, a chi ci ha supportato in ogni modo da fuori, a partire soprattutto da Ekipe, la nostra casa. Finalmente mio figlio ha avuto la possibilità di vedermi giocare, quindi dedico questa vittoria al mio piccolo Giovanni”.

Gioia incontenibile anche per il coach dell’Ekipe Orizzonte, sorridente più che mai dopo essersi tuffata in acqua insieme alle sue ragazze: “Sono orgogliosissima delle mie giocatrici – ha detto Martina Miceli – e mi stupisco che, com’era accaduto nella scorsa stagione, anche quest’anno qualcuno pensava che non valessimo abbastanza per vincere lo scudetto. C’è chi si è stupito quando abbiamo vinto la Coppa Italia e probabilmente c’è chi lo ha fatto pure oggi, ma le nostre ragazze hanno già dimostrato di essere delle grandi campionesse e soprattutto delle giocatrici da partite che contano. Questa vittoria l’abbiamo conquistata quotidianamente, ma forse in particolar modo quando abbiamo perso qui a Catania gara 2 della semifinale contro Padova, uscendo dal campo senza recriminare per qualcosa ma pensando solo ai nostri errori, e lo stesso abbiamo fatto quando abbiamo perso gara 1 di questa finale. Era giusto che questo scudetto fosse vinto anche con Tania in acqua insieme alle ragazze. Si era ritirata in un periodo non semplicissimo per l’Orizzonte, mettendosi più che mai al servizio di ognuna di noi. Siamo tornate nuovamente in questa piscina ed era giusto che provasse questa soddisfazione da protagonista davanti a questo pubblico fantastico. Ha fatto un gol determinante e la sua classe non si discute”.

Lacrime e felicità al fischio finale per il capitano rossazzurro: “Questa squadra merita tantissimo – ha detto Valeria Palmieri – e noi siamo davvero contente, perchè oggi abbiamo dimostrato ancora una volta ciò che valiamo. Vogliamo ringraziare nuovamente il nostro pubblico, perchè oggi ci ha dato una carica enorme. Abbiamo lottato e siamo fiere di festeggiare l’ennesimo scudetto, arrivato malgrado fossimo partite dal terzo posto nella regular season”.

Determinante l’apporto della numero 12 catanese, richiestissima ai microfoni della stampa a fine partita: “Questa partita – ha detto Morena Leone – è stata la chiusura di un percorso iniziato lo scorso settembre, quindi la stagione per noi non si sarebbe potuta concludere meglio di così. Credo che ognuna di noi abbia meritato questo scudetto, in primis Martina, Tania e Renato che ci hanno supportato e sopportato ogni giorno. Siamo una squadra molto unita e ho pensato che avremmo vinto ancora una volta già all’inizio del campionato. Avevamo tutte questo obiettivo e ci siamo allenate ogni giorno per raggiungerlo”.

Gioia condivisa anche dalla numero 8 dell’Ekipe Orizzonte, a segno due volte: “Anche questa è stata una partita molto combattuta – ha sottolineato Claudia Marletta – e pure le giocatrici della Roma sono state molto brave. Siamo orgogliose di essere riuscite a vincere il ventitreesimo scudetto della storia dell’Orizzonte, ma è doveroso riconoscere che ci siamo sentite spinte dal nostro pubblico. Avevamo promesso a Tania che avremmo vinto questo scudetto con lei in acqua e siamo riuscite a mantenere ciò che le avevamo detto”.

Ormai catanese adottiva la numero 6 delle squadra rossazzurra, commossa a fine partita per il nuovo trionfo: “Anche oggi – ha detto Dafne Bettini – abbiamo dato il massimo, come ci è stato chiesto per ogni partita, dalla prima all’ultima palla. Questo è un gruppo fantastico, a cui sono fiera di appartenere, e che ha meritato pienamente di sollevare la coppa di campione d’Italia. Abbiamo vissuto una stagione un po’ altalenante, abbiamo avuto qualche momento di difficoltà e la vittoria sfumata per poco in Champions League ha rappresentato certamente un colpo basso per tutte noi. Però ci siamo sapute rialzare, volevamo a tutti i costi raggiungere la finale e vincere lo scudetto. Speriamo di aver reso felice il nostro pubblico, oggi numerosissimo e ancora una volta davvero fantastico. È lo scudetto di tutti, di un gruppo e di una società meravigliosa”.

Chiosa finale per chi è considerato da anni, da tutta la famiglia dell’Ekipe Orizzonte, come un vero e proprio angelo custode: “Non posso dire che non mi aspettavo di vincere – ha sottolineato Giorgio Bartolini – perchè noi giochiamo per farlo. È stata veramente molto dura e sono davvero contento per questo scudetto. Lo dedico alle nostre ragazze, perchè le vedo ogni giorno lavorare duro e fare sacrifici inimmaginabili. È stato importante vincere qui oggi, perchè se fossimo andati a Roma per gara 5 sarebbe stato tutto più complicato”.


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