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Metropolitana Misterbianco-Paternò, presentata seconda fase dell’iter burocratico

Si tratta di 11,5 chilometri di tratta, il 50% in superficie il 50% interrata, attraverso tre Comuni: Misterbianco, Belpasso e Paternò, con 5 stazioni da realizzare

L’appuntamento questa mattina, in conferenza stampa, nella frazione belpassese di Piano Tavola. Il direttore generale dell’FCE, Salvatore Fiore, insieme al deputato nazionale Francesco Ciancitto, al deputato regionale, Giuseppe Zitelli, ai sindaci di Belpasso, Daniele Motta e di Camporotondo Etneo, Filippo Privitera e al vicesindaco di Misterbianco Santo Tirendi, ha presentato l’opera infrastrutturale della metropolitana tratta Misterbianco-Paternò, per la quale è partita la seconda fase dell’iter burocratico.

L’FCE ha inviato gli inviti alle imprese che ne hanno fatto richiesta e che ora avranno tempo fino al prossimo 15 maggio per presentare le offerte.

Si tratta di 11,5 chilometri di tratta, il 50% in superficie il 50% interrata, attraverso tre Comuni: Misterbianco, Belpasso e Paternò, con 5 stazioni da realizzare: Gullotta (Misterbianco), Belpasso (Piano Tavola), Valcorrente (centro commerciale di Etnapolis), Giaconia (corrispondente al territorio di Palazzolo, in territorio di Belpasso, ma fondamentale per Paternò) e Ardizzone (Paternò). Presentati anche i dettagli degli interventi, con i parcheggi, un sovrappasso da realizzare alla fermata Giaconia ed i locali officina che sorgeranno a Piano Tavola e Paternò.

Grande la soddisfazione dei rappresentanti dei diversi Comuni che hanno evidenziato l’importanza strategica della metropolitana, sottolineando come «una comunità priva di infrastrutture è una comunità priva di futuro.»

Per il deputato Francesco Ciancitto soddisfazione doppia. Nell’ottobre del 2022, al suo insediamento alla Camera dei Deputati, proprio questa tratta ha rischiato di saltare. I fondi, a causa dell’enorme balzo in avanti dei costi delle materie prime, non bastavano più. Il budget era passato da 432 milioni di euro circa a 729 milioni di euro. A conti fatti, dunque, all’appello mancavano circa 297 milioni di euro. «Siamo riusciti a fine anno a recuperare la parte di finanziamento che mancava per mandare in gara l’opera – ha evidenziato il deputato Ciancitto -, grazie anche alla capacità e solerzia della FCE, all’intervento del Governo nazionale, del viceministro Bignami, del presidente La Russa. Il 30 dicembre siamo riusciti a far finanziare l’opera. Da qui la corsa per ottenere in tempi record tutti i pareri del Ministero e a mandare in gara l’opera, rispettando i tempi del PNRR. È un’opera strategica per l’area metropolitana di Catania, da completare con altri interventi. Non guardo solo all’aspetto della mobilità, fondamentale per il territorio, ma penso anche ad un possibile utilizzo della tratta, nelle ore notturne, per un trasporto merci.»

La notizia dell’integrazione delle somme con i fondi del Pnrr è arrivata nel dicembre scorso, a prevederla un decreto del MEF 52/2023 per fronteggiare gli aumenti dei prezzi determinati dal caro materiali e dal caro energia ed avviare le “opere indifferibili”.

«Avremo un servizio fornito a tutti i cittadini – ha evidenziato il deputato regionale, Giuseppe Zitelli – con un treno ogni 12 minuti, con un beneficio in termini ambientali e di mobilità.»

Per completare l’intera tratta mancano all’appello ora 121 milioni di euro circa, ma di questo non sembra preoccupato il direttore generale di FCE, Salvatore Fiore che guarda ai ribassi d’asta e alla rimodulazione dei fondi del PNRR.

 


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