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Piccolo Teatro della Città, da giovedì 25 maggio, in scena “Family day” ideato e diretto da Nicola Alberto Orofino

Prende avvio proprio dalla domenica il progetto teatrale Family Day, ideato e diretto da Nicola Alberto Orofino che intende raccontare la famiglia italiana in 7 puntate

a giovedì a domenica, al Piccolo Teatro della Città va in scena lo spettacolo ideato e diretto da Nicola Alberto Orofino all’interno del progetto sulla famiglia italiana in 7 puntate. Protagonisti Alessandra Barbagallo, Francesco Bernava, Egle Doria, Alice Ferlito e Rita Salonia

Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò… Prende avvio proprio dalla domenica il progetto teatrale Family Day, ideato e diretto da Nicola Alberto Orofino che intende raccontare la famiglia italiana in 7 puntate. Il primo appuntamento, ovvero Family Day puntata 1: Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò va in scena da giovedì 25 a domenica 28 maggio (ore 21, domenica ore 17.30) al Piccolo Teatro della Città di Catania. Prodotto da Associazione Città Teatro, lo spettacolo vede in scena Alessandra Barbagallo, Francesco Bernava, Egle Doria, Alice Ferlito e Rita Salonia (scene e costumi sono di Vincenzo La Mendola, foto di scena Gianluigi  Primaverile).

Raccontare la famiglia tradizionale… oggi: da questa premessa parte il progetto del regista catanese Nicola Alberto Orofino che si pone tante domande tra cui “quale può essere il significato di famiglia tradizionale? Il senso di appartenenza, la patria, la religione, la famiglia, il lavoro… sono ancora questi i valori che costituiscono le fondamenta dell’istituzione familiare? È possibile ancora discutere di famiglia tipo al di fuori di ogni retorica e di ogni anacronistico retaggio religioso?”

Per rispondere a questi quesiti punta su una messinscena originale in cui “Un coro che si muove all’unisono: una madre, un padre, una figlia, una nonna e un cane sono i protagonisti per raccontare il rito della domenica che tradizionalmente è la giornata in cui tutta la famiglia si ritrova (spesso costretta) assieme.
“Certo – spiega il regista – , discutere di “modello familiare” significa non avere nessuna percezione di cosa sono le famiglie oggi, della vastità di singolarità che il contesto familiare prospetta. Family Day mette in scena quell’immaginario contemporaneamente sacro e falso, istituzionale e televisivo, ma per niente aderente alla composita realtà contemporanea della famiglia italiana (e globale). Un immaginario fatto di gesti, riti, abitudini che si reiterano sempre allo stesso modo al solo scopo di mettere a tacere le vere dinamiche relazionali, mai del tutto idilliache e di svelare un mondo in cui la parola diventa inutile. Il risultato è un mondo in cui la capacità di comunicare è definitivamente compromessa. Quella idea di famiglia non ha parole, non può usarle perché deve nascondere costantemente ciò che non può essere confessato, quello che deturperebbe l’ideale da Bibbia e Codice Civile”.

Questi i temi su cui Family Day fa riflettere: un progetto teso a rivelare la famiglia italiana in 7 spettacoli che raccontano – rispettivamente – una giornata tradizionalmente importante di una famiglia (la domenica, il matrimonio, la nascita di un figlio, il funerale, l’arrivo di un lontano parente, la rottura di un matrimonio…). Ogni capitolo avrà un titolo ironicamente tratto dalla Bibbia.


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