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Seminario sull’Economia all’università di Catania: “Investore sui giovani, i principali interlocutori del futuro della Sicilia”

"Vivere l’università non significa solo libri e nozioni, ma anche confronto con il mondo esterno, rapporti con gli stakeholder e con il mondo della cultura a 360 gradi"

Investire sui giovani è la migliore operazione che un Paese possa fare, renderli consapevoli della realtà che vivono è un dovere dei più adulti. In una visione che non deve vedere i giovani come soggetti solo di acquisizione di saperi, ma anche e soprattutto come interlocutori per capire il senso della storia grazie ad un percorso da effettuare per raggiungere i risultati voluti. Un impegno che deve essere ancor più consistente in una realtà come la Sicilia che su 5 milioni di abitanti ha una disponibilità occupazionale soltanto per 1 milione 350 mila posti di lavoro nonostante le esigenze per un rapporto funzionale tra popolazione e occupati richiederebbe nuovi posti di lavoro vicini al milione“. Con queste parole il prof. Benedetto Torrisi, presidente del corso di laurea triennale in Economia del Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania, ha aperto il seminario dal titolo “Economista oltre il corso di laurea”.

“Vivere l’università non significa solo libri e nozioni, ma anche confronto con il mondo esterno, rapporti con gli stakeholder e con il mondo della cultura a 360 gradi ed in questo contesto, da quest’anno accademico, il corso di laurea in Economia ha organizzato numerose attività che vogliono formare e incuriosire i nostri giovani oltre la formazione in aula tramite l’iniziativa “Economista oltre il corso di laurea”” ha precisato il prof. Benedetto Torrisi.
Un’iniziativa che ieri pomeriggio, nell’aula magna del Palazzo delle Scienze, ha registrato l’incontro con il docente Pietro Massimo Busetta dell’Università di Palermo che ha presentato il libro “L’utilità delle statistiche come base sulla parabola sul lupo e l’agnello”.

“Il lupo e l’agnello, dal mantra del Sud assistito all’operazione verità” è un impegno verso una consapevolezza diversa del rapporto delle regioni meridionali verso il Paese – ha spiegato il prof. Busetta -. Il diritto di ogni meridionale di poter scegliere dove lavorare e il processo migratorio in atto che da anni depaupera il Mezzogiorno di tante forze importanti vada stoppato sono la battaglia dei nostri giorni. Dimostrare qual è il motivo per cui una realtà così ricca di talenti non sia stata in condizione di risolvere le problematiche del futuro della propria popolazione diventa un passaggio importante verso la soluzione dei problemi”.


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